sabato 18 maggio 2024

La palma della noia





Che noia Meryl Streep.
Che noia le celebrazioni ipocrite, soprattutto quando riguardano una che dell'ipocrisia è diventata un monumento. Una che chiamava "God" Weinstein quando era il padrone di Hollywood, e che poi l'ha scaricato appena è scoppiato lo scandalo. Una che ha inondato le pagine dei giornali raccontando la storia stucchevole della famiglia perfetta, del matrimonio eterno, anche se si era separata da anni.
Ho scoperto che non mi piace Meryl Streep quando ha iniziato a girare la sua foto sull'autobus e il post lagnoso perché secoli prima era stata scartata al provino di King Kong. Era un falso, non l'aveva scritto lei, ma era una di quelle prediche insopportabili che le aleggiano sempre intorno. Che poi si sa che per fare un film è importante anche l'aspetto fisico e infatti Meryl Streep è completamente fuori luogo ne "La casa degli spiriti", dove interpreta una donna che dovrebbe essere piccola e scura. E fuori luogo è volerla vedere come una che ha cambiato il modo di rappresentare le donne.
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lunedì 29 aprile 2024

Uscite

Una ventina di anni fa sono stata al Carcano a vedere Carmen con Monica Guerritore. Ero con mia madre e mia sorella, era la prima e a noi piacque molto, ma il resto del pubblico la pensava diversamente e, al termine, ci fu una specie di rivolta, con gente che urlava e reclamava.
Accanto a me era seduto un ragazzo che, nonostante l'età, era fastidiosamente vecchio e ad un certo punto decise di partecipare all'insurrezione: "Avanspettacolo di quarta categoria!" urlò. 
"L'entrata è a pagamento, l'uscita è gratis," gli rispose la Guerritore. 


Stasera, a distanza di tanti anni, mi è capitato di leggere un post di Monica Guerritore che se la prende con Guia Soncini per un articolo. E probabilmente molte persone, come me, neppure avrebbero saputo di quell'articolo e invece poi sono andate a leggerlo e si sono chieste perché mai se la sia presa tanto. Ma soprattutto, quello che mi ha messo tristezza, è il bisogno di dire "Io sono e invece lei...", prendendosi come merito anche quello di aver avuto sedici anni quando l'altra ne aveva due. Un bisogno che chi è davvero non ha. E mi ha messo una gran tristezza per tutta la distanza che separa questa risposta da quella sull'uscita gratis.


giovedì 11 aprile 2024

Il tempo delle mele

Ho rivisto "Il tempo delle mele", 1 e 2, e mi è piaciuto ancora. Mi è piaciuto moltissimo, non so se come allora, quando l'avevo visto al cinema, perché non mi ricordo più. Mi è piaciuto come mi piacciono le commedie francesi tipo "Se sposti un posto". Un genere di commedia che noi non facciamo. E non importa se l'altra volta ero più giovane di Vic e adesso ho quasi l'età del nonno. Resta invece da chiedersi chissà come mai abbia avuto più successo Pierre Cosso di Alexandre Sterling, che era più bello e che ha fatto il primo film, più divertente e originale.
Ma si sa, la vita va così. 



sabato 9 marzo 2024

Opinioni

Mio padre ha sempre letto tre giornali ogni giorno. Uno era sempre il Corriere, gli altri cambiavano, a seconda dei giorni o di quello che succedeva, perché gli interessava sapere cosa diceva una certa parte politica su un certo avvenimento. 
Adesso, che non vivo più con lui e che anche i giornali sono cambiati, non so se ne legga ancora tre al giorno. So però che, ad un certo punto, quella che mi sembrava una sua mania è diventata una mia necessità. 
Durante il periodo del covid ho continuato a svegliarmi alle 6:30 anche se non dovevo fare la strada per andare al lavoro, per leggere i giornali italiani e quelli stranieri nelle lingue che conosco.
Su fb leggo pagine di giornalisti che hanno idee diverse dalle mie. Spesso mi arrabbio, ogni tanto invece mi stupisco di trovarci un pensiero che condivido. 
Ho letto libri di politici che non ho mai votato, perché mi interessava capire e capirli.
Resto sempre perplessa quando qualcuno mi dice che non leggerebbe mai certi giornali e che non guarda certi canali. Se non fosse per mio marito, io guarderei tutti i talk show, anche quelli più faziosi. Soprattutto quelli. 
Eppure in questi mesi mi sono sentita dire che guardo le cose da un solo lato, anche da persone che in passato sono inorridite davanti ad alcuni libri che avevo letto "per ragioni etiche".
E siccome le ragioni etiche mi sono sempre sfuggite, mi chiedo se non sia per ragioni etiche che un giornalista, con cui non sono quasi mai d'accordo, non possa parlare in un'università a causa delle sue origini. Questa violenza di non lasciar esprimere chi ha idee diverse o un colore della pelle diverso o una religione diversa mi fa paura.
Voglio continuare ostinatamente a credere che si possa parlare, discutere, restare della stessa idea o cambiarla.



venerdì 2 febbraio 2024

Questo cielo






Ero davanti alle scale della metropolitana e una tizia mi ha chiesto un'indicazione. Le ho risposto che stavo andando proprio lì e che potevamo andarci insieme. 
Mi ha raccontato che veniva da Genova, che aveva preso il Frecciarossa per la prima volta e lo trovava fantastico. Era venuta per fare un concorso. E  intanto si guardava intorno e poi mi ha detto: "Che bella questa zona!" 
Ero un po' sorpresa, perché io trovo che sia una delle più brutte. Ma poi lei ha aggiunto: "Non sembra neanche Milano."
L'avrei mollata lì, ma ormai eravamo quasi arrivate. 
Eppure stasera, quando sono uscita dall'ufficio e ho visto questo cielo, ho ripensato a lei. Ma probabilmente era già partita e anche se fosse rimasta non se ne sarebbe accorta. Perché vengono a Milano, lavorano a Milano, vivono a Milano, ma vedono solo quello che loro credono che sia Milano. 

sabato 25 novembre 2023

Spogliatoi

"Marco è proprio figo".
"È vero, Filippo è bello ma non è figo".

Mesi fa, mentre mi cambiavo nello spogliatoio della palestra, mi erano arrivati questi frammenti di un discorso tra due ragazze e avevo sorriso, pensando che è bello essere giovani e che a volte ho una gran nostalgia di quando lo ero anch'io. 
Mi è ritornato in mente oggi, leggendo un post in cui si parla di discorsi da spogliatoio maschile, di quello che gli uomini dicono di noi quando sono tra loro e noi non ci siamo.  
E così mi è venuto in mente anche un brano letto tantissimi anni fa, quando ero giovane io e giravo tra le librerie come faccio ora: «Gli uomini, quando sono fra loro, parlano di sesso; le donne, quando sono fra loro, parlano d'amore. Cosa dedurre da questo paradosso? Che le donne sono ipocrite.»
Il libro era "L'angelo caduto" di Sally  Beaufort. Non lo comprai ma allora, a diciassette o diciotto anni, pensai che era vero e continuai a pensarlo per molto tempo. Del resto, ascoltavo molto di più i discorsi tra ragazzi di quelli tra le mie coetanee, che spesso mi annoiavano. I discorsi tra ragazzi invece mi facevano ridere, perché sapevo che erano esagerazioni dette per ridere e per far ridere.
Adesso, che ho alle spalle una lunga frequentazione di spogliatoi femminili, so che anche le donne parlano di sesso e che possono essere più volgari degli uomini, compiacendosi della propria volgarità molto più degli uomini, e per questo risultando più fastidiose. Ma l'ipocrisia resiste e appartiene alle donne quanto agli uomini, che non tollerano una battuta e che equiparano un fischio a uno stupro. 




domenica 12 novembre 2023

Parlare di vestiti

A me piace parlare di vestiti. Sarà che mia nonna era una sarta e l'ho sempre vista tagliare e cucire. Smembrare vestiti e ricomporli, perché magari era cambiato il gusto. Oppure farli dal nulla, per un'idea improvvisa. Mi aveva parlato tante volte di quanto avesse odiato la divisa da piccola italiana. Era stata una bambina povera ma preferiva i suoi vestiti rabberciati a quell'essere vestite tutte uguali. 

Io credo che i vestiti siano importanti, il miglior test della personalità, a partire dal momento in cui un particolare capo entra nell'armadio, all'occasione in cui si decide di indossarlo.

Al di là di ogni valutazione politica, ho trovato insopportabili le felpe di Salvini, ho riso per le cravatte troppo lunghe di Trump, provato affetto per l'abito della Bellanova (e soprattutto per la risposta a chi l'aveva criticato) e fastidio per le pochette di Conte. Non amo i gonnelloni larghi e lunghi della Meloni, ma adoro le sue giacche, in particolare quella nera con i profili bianchi. E l'altra sera, quando l'ho vista alla televisione con il completo rosa pallido, mi era sembrato molto bello. Da due giorni invece vedo rimbalzare le foto con quel completo, come esempio di una che si è vestita male.

Sempre al di là di ogni valutazione politica, credo che stia proprio qui la differenza tra me e quelle persone. Ma a me le differenze piacciono.