sabato 11 febbraio 2023

Monologhi a Sanremo

"Perché non guardi Sanremo?"

Io in realtà lo guarderei anche, anzi, è proprio il genere di spettacolo comodo da ascoltare mentre si fa altro, per esempio stirare. Ma mio marito non vuole saperne di vedere Sanremo, e tra di noi il musicofilo è proprio lui. E forse è proprio perché a Sanremo la musica è l'ultima cosa, solo un pretesto per una serie di sermoni.  

Martedì sera poi c'era Heat, un film che abbiamo visto e rivisto ma che non riusciamo a non rivedere ogni volta, anche se finisce tardissimo. Non si può vedere Sanremo quando c'è Heat.

Io però so quasi tutto del festival perché ho amici che commentano e mi tengono informata. E poi i monologhi li ascolto il giorno dopo, mentre faccio colazione, perché a me i monologhi piacciono sempre, anche quelli in cui vengono dette cose che non mi piacciono. E quest'anno mi è piaciuto molto quello di Francesca Fagnani, mi è piaciuto quasi quanto quello della Ferilli dell'anno scorso. In tutti gli altri ci ho trovato invece quel vittimismo facile e falso che sopporto sempre meno, quella voglia di incolpare a tutti i costi qualcuno anche quando non c'è davvero niente che sia andato storto.



Poi vedo una foto, è la Cuccarini che scende le scale, con una minigonna come quelle che ha sempre indossato. In quella foto c'è tutta la semplicità della felicità di una persona di essere se stessa, senza lagne, senza rosicamenti, accettando anche quello che storto è andato davvero. E questa foto vale più di qualsiasi monologo. È lei la vera vincitrice del festival, con il suo essere rimasta una ragazza con la minigonna, nonostante tutto, una perennial più ancora di Jennifer Lopez, come Raffaella Carrà, che il festival lo condusse davvero, tanti anni fa.