domenica 22 novembre 2020

Social networks

Ci sono persone che cerchi e non sai più che fine abbiano fatto, inghiottite dal tempo, un ricordo lontano, sepolto da altri ricordi. Poi succede che in una domenica qualunque ti ritrovano loro, nascoste da un nome impossibile da indovinare. E quei ricordi lontani diventano all'improvviso vicini, più vicini delle nostre vite lontane.

Questo è quello che mi piace di internet.

Perché senza internet, senza i social network, non mi sarebbe capitato di ricevere una richiesta di amicizia e di leggere il nome che negli anni ho cercato spesso, digitandolo su Google e su Facebook. Il nome dell'amica con cui sono cresciuta, quella con cui sono andata in vacanza, per la prima volta da sole. L'amica del primo cinema, della prima discoteca, del primo concerto. E poi ci siamo perse, perché la vita è così, si cresce, si cambia, si prendono strade diverse. E è bello, nella vita, ad un certo punto, ritrovarsi e scoprire di non essersi neanche allontanate tanto dalle bambine che siamo state insieme, nonostante le donne che siamo oggi. 

giovedì 12 novembre 2020

Il cane malato

 La signora ha sistemato il cane sul sedile posteriore della mia macchina.

"Il cane è malato", mi ha detto mia sorella.

"Non ha le orecchie", ho detto e poi ho notato che non aveva neanche un pelo e la pelle era sottile e percorsa dai capillari.

"E poi ha qualcosa agli occhi", ha detto ancora mia sorella. Il cane infatti mi guardava con gli occhi molto tristi, che sembrava volessero rotolare fuori dalle orbite.

Mi faceva molta pena, avrei voluto abbracciarlo e speravo che tornasse normale. D'altra parte mi faceva impressione e speravo che stesse lontano. 

Non so perché faccio questi sogni ma oggi ci penserò per tutto il giorno. 

martedì 3 novembre 2020

Vienna


Vienna è una città che mi è familiare. Conosco il suo aeroporto e la fermata del CAT. Mentre attraverso Stadtpark, inizio a cercare con gli occhi lo Steffi e, quando appare, chiuso in mezzo alle vie del centro, mi sembra che mi saluti, come un vecchio amico. Conosco i musei e i monumenti, ho dei punti di riferimento, so dove dormire e dove andare a mangiare.

All'ombra di Vienna, Schnitzler svelò il futuro della letteratura. Ma qui il passato continua a vivere, accanto al presente. Il mondo di ieri, che Stefan Zweig temeva fosse svanito, non se n'è mai andato, è ancora lì.

Eppure per me Vienna sarà sempre la città di Karl Kraus. È lui, che ogni tanto mi sembra di vedere, mentre cammina veloce per le strade, "l'unico austriaco che non sa aspettare", incurante della bicicletta che nel 1936 l'ha investito.