martedì 3 novembre 2020

Vienna


Vienna è una città che mi è familiare. Conosco il suo aeroporto e la fermata del CAT. Mentre attraverso Stadtpark, inizio a cercare con gli occhi lo Steffi e, quando appare, chiuso in mezzo alle vie del centro, mi sembra che mi saluti, come un vecchio amico. Conosco i musei e i monumenti, ho dei punti di riferimento, so dove dormire e dove andare a mangiare.

All'ombra di Vienna, Schnitzler svelò il futuro della letteratura. Ma qui il passato continua a vivere, accanto al presente. Il mondo di ieri, che Stefan Zweig temeva fosse svanito, non se n'è mai andato, è ancora lì.

Eppure per me Vienna sarà sempre la città di Karl Kraus. È lui, che ogni tanto mi sembra di vedere, mentre cammina veloce per le strade, "l'unico austriaco che non sa aspettare", incurante della bicicletta che nel 1936 l'ha investito.

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