sabato 9 marzo 2024

Opinioni

Mio padre ha sempre letto tre giornali ogni giorno. Uno era sempre il Corriere, gli altri cambiavano, a seconda dei giorni o di quello che succedeva, perché gli interessava sapere cosa diceva una certa parte politica su un certo avvenimento. 
Adesso, che non vivo più con lui e che anche i giornali sono cambiati, non so se ne legga ancora tre al giorno. So però che, ad un certo punto, quella che mi sembrava una sua mania è diventata una mia necessità. 
Durante il periodo del covid ho continuato a svegliarmi alle 6:30 anche se non dovevo fare la strada per andare al lavoro, per leggere i giornali italiani e quelli stranieri nelle lingue che conosco.
Su fb leggo pagine di giornalisti che hanno idee diverse dalle mie. Spesso mi arrabbio, ogni tanto invece mi stupisco di trovarci un pensiero che condivido. 
Ho letto libri di politici che non ho mai votato, perché mi interessava capire e capirli.
Resto sempre perplessa quando qualcuno mi dice che non leggerebbe mai certi giornali e che non guarda certi canali. Se non fosse per mio marito, io guarderei tutti i talk show, anche quelli più faziosi. Soprattutto quelli. 
Eppure in questi mesi mi sono sentita dire che guardo le cose da un solo lato, anche da persone che in passato sono inorridite davanti ad alcuni libri che avevo letto "per ragioni etiche".
E siccome le ragioni etiche mi sono sempre sfuggite, mi chiedo se non sia per ragioni etiche che un giornalista, con cui non sono quasi mai d'accordo, non possa parlare in un'università a causa delle sue origini. Questa violenza di non lasciar esprimere chi ha idee diverse o un colore della pelle diverso o una religione diversa mi fa paura.
Voglio continuare ostinatamente a credere che si possa parlare, discutere, restare della stessa idea o cambiarla.



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