mercoledì 29 aprile 2020

I congiunti

Circa un mese fa, nei ricordi di fb mi è comparsa la discussione sul congresso della famiglia di Verona. Era passato un anno, ma sembrava un secolo. Avevamo fatto tanti discorsi sulla famiglia, che va oltre i legami tradizionali e che è fatta dalle persone con cui si sta bene. Su questo eravamo più o meno tutti d'accordo. A me poi era piaciuto molto il discorso di Giuseppe Cruciani, sui diversi tipi di famiglia. Mi era sembrato il discorso più libero dai pregiudizi e dai bigottusmi e l'avevo ascoltato più volte. Adesso, dopo poco più di un anno, siamo invece andati a sbattere nei congiunti, termine dal significato vago e indefinito, che può voler dire molto ma anche molto poco, perché forse non lo sentivamo dal secolo scorso, senza percepirne la mancanza. Il chiarimento che abbiamo ricevuto riguarda la stabilità, termine che conosciamo bene ma che ha i contorni altrettanto sfumati, almeno nel presente. E quindi, tutti i discorsi di un anno fa sulle varie forme di famiglia, si riducono a un malcapitato carabiniere/poliziotto/vigile che dovrà decidere, per strada, in pochi minuti, la stabilità di un congiunto.

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