domenica 31 gennaio 2021

La zona gialla


Comprare il kettlebell mi era sembrata la cosa migliore per superare questo momento, che mi auguravo fosse il più breve possibile. Adesso, ogni volta che lo prendo, insieme agli elastici e a qualche altro attrezzo comprato su internet, mi prende una gran tristezza, perché questo periodo temporaneo sta diventando lunghissimo, forse eterno. Perché tutto questo mi fa sentire ancora di più tutto quello che abbiamo perso nel giro di poco tempo. Per prima la libertà di scegliere.

Nel frattempo siamo stati tutti felici perché da lunedì saremo in zona gialla e in pochi minuti abbiamo superato la delusione di dover sacrificare ancora la domenica. La zona gialla ci è sembrata un orizzonte di libertà e di felicità che finalmente diventa accessibile. Ho iniziato a pensare ad un posto dove andare a pranzo il prossimo weekend e poi anche un giorno in settimana, durante la pausa pranzo. E sono così tanti i posti dove vorrei tornare e poi è così difficile incastrare la ricerca del parcheggio e i tempi di un pranzo con lo spazio della pausa pranzo. E tutte le cose da fare nel weekend sono così complicate da spaccare con un pranzo. E mi sono ricordata che io non amo i pranzi, perché all'ora di pranzo vado sempre di corsa e invece uscire a mangiare è anche rilassarsi dopo aver corso, ripensare alla giornata quando è già finita, quando finalmente ci si ferma e si parla e ci si può concentrare su altro.

Siamo contenti per la zona gialla, ma c'è ancora un coprifuoco che non si sa quando finirà, ad un orario che da adolescenti non avremmo mai accettato dai nostri genitori, e di cui adesso non parliamo nemmeno perché ormai fa parte di noi e della nostra vita. E dalla nostra vita si stanno allontanando sempre di più i cinema, i teatri, i weekend. Davvero niente è più pericoloso dell'abitudine. 

domenica 10 gennaio 2021

La vita che mi manca


Oggi ho fatto gli auguri al mio amico per telefono, da uno stato all'altro, a pochi chilometri di distanza, e ho continuato a pensarci per tutto il giorno: è questo che mi manca. È uscire dal lavoro, con la borsa già pronta in macchina e correre in un'altra città, inseguendo un ritardo inevitabile. È un albergo semideserto, la doccia in un bagno che non è il mio e non so come funziona. Una corsa verso il ristorante, con i capelli bagnati perché non c'è tempo di asciugarli, una tavolata di amici, con discorsi nuovi e vecchi che si incrociano. Le foto tutti accatastati, senza paura di contaminarsi, con lo chef che reclama perché vuole partecipare, e alla fine il ritorno in albergo, con calma, guardando le luci sull'altra sponda del lago, che ci ricordano un mare di cui abbiamo sempre nostalgia. Un letto in cui è difficile addormentarsi e poi la sveglia che suona sempre troppo presto. Un ultimo sguardo al lago dal balcone, quando è ancora notte, un'altra corsa al contrario, di nuovo in ufficio, un'altra giornata, che si porta dietro l'allegria della serata.

È questo che mi manca: tutta questa vita rubata e sprecata. Forse tra non molto ci chiederemo cos'abbiamo fatto.

venerdì 1 gennaio 2021

Capodanno

A Capodanno ci si sveglia tardi, tardissimo, più tardi delle altre domeniche, perché Capodanno è una domenica, na un po' diversa. A meno che non si sia via, per qualche viaggio, e allora ci si sveglia come gli altri giorni, ma è molto più bello, perché svegliarsi in albergo e in un'altra città è davvero vacanza. Mi mancano i risvegli in albergo. Due anni fa mi ero risvegliata a Londra, mi ero rappacificata con una città nella quale non andavo da tempo e che non avevo mai amato veramente. Adesso mi manca Londra e non so quando ci tornerò. Non so quando si tornerà a viaggiare e ad avere una vita come quella di prima, in cui si può scegliere se dormire o andare a Londra. Soprattutto non so se quella vita tornerà. Il 2020 si è portato via questo: la nostra vita, la nostra possibilità di sceglierei come volevamo viverla. La mia generazione, cresciuta col vietato vietare, con l'illusione di poter scegliere, di poter volare da una parte all'altra del mondo, sembra essersi abituata di buon grado alla battuta d'arresto, rassicurata dal fatto che qualcun altro scelga al posto suo, impigrita da ritmi lenti, scadenze cancellate, giornate sempre identiche e non più frenetiche, perché non c'è più niente da fare. Il 2020 ci ha tolto le cose per cui vale la pena di vivere e di sacrificare spazi di vita, ci ha fatto sprofondare in un limbo in cui la vita si consuma da sola.