sabato 31 luglio 2021

Le uniformi

Mia nonna diceva che il bello è essere diversi: avere le scarpe diverse, il vestito diverso, il taglio di capelli diverso. E parlava della divisa da piccola italiana come di un orrore. Non credo che gli altri suoi vestiti da bambina fossero migliori, ma credo che fosse il concetto di divisa, di omologazione, ad infastidirla.

Oggi manca proprio questo: il gusto per la differenziazione. Invece di coltivare la propria diversità, si cerca di nasconderla fino ad annullarla. E non è così solo per i vestiti ma per l'editing dei libri, per la scelta dei ristoranti e delle vacanze. Il che genera appiattimento e tristezza. Perché se le persone accettassero la propria diversità e la coltivassero, sarebbero molto più interessanti.

Ho ripensato alla sua avversione per le uniformi l'altro giorno, mentre si parlava di quelle delle atlete alle Olimpiadi. Se non amo le uniformi è merito suo, della sua voglia di giocare con i vestiti, di cambiarli. 

La mattina di trent'anni fa, quando ho alzato la tapparella della mia camera e ho visto il solito mondo di sempre, sapevo che da quel momento sarebbe mancato per sempre un pezzo nella mia vita.



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