giovedì 29 ottobre 2020

Aerei

Facebook dice che quattro anni fa ero a Praga. Un altro anno invece stavo andando a Monaco. Ci sono stati periodi in cui non facevo altro che prendere aerei. Adesso, che non prendo un aereo da oltre un anno, mi mancano anche i viaggi in giornata. Mi mancano le sveglie alle 4, anche se ero già sveglia, l'ansia che il taxi che avevo prenotato non arrivasse, oppure che fosse già arrivato e mi aspettasse davanti al portone, con un tassametro già altissimo. Mi mancano le corse per la città, ancora buia e addormentata, l'aeroporto semideserto, con i negozi ancora chiusi, poi un altro taxi, un'altra città che appare dai finestrini e la cosa più bella sarebbe, alla sera, prima di andare verso un altro aeroporto, riuscire a fare un giro, magari anche solo andare a piedi al metrò. Mi mancano l'arrivo e la cena e persino la stanchezza del giorno dopo.


sabato 24 ottobre 2020

La bisnonna

In questi mesi ho pensato spesso alla mia bisnonna, l'unica che ho conosciuto. La cosa che ricordo meglio è il suo sorriso, luminoso e pieno di affetto, nonostante dicono che avesse un pessimo carattere. La ricordo poi seduta accanto alla finestra, arrabbiata per qualcosa che le avevano detto, mentre insultava, uno per uno, i nipoti, la nuora, la cognata. C'era qualcosa di maestoso nella sua ira, che fece tacere tutti. Eppure mi sembrò molto divertente.

L'ultimo ricordo che ho è quello di una camera di ospedale, mia madre che la aiutava ad alzarsi un poco dal letto, per bere qualcosa. Guardavo i loro profili, che sarebbero stati identici, se non fosse stato per la differenza di età.

Qualche giorno dopo morì e, siccome a cena guardavamo sempre il telegiornale e il giornalista parlava dei morti del giorno, con una loro foto alle spalle, aspettai per tutto il tempo che parlasse anche di lei e che apparisse la sua foto. Ci restai malissimo quando il telegiornale finì senza neanche un accenno.

Adesso mi capita di pensare a come avrà vissuto gli anni della spagnola, esplosa l'anno in cui partorì, e mi verrebbe voglia di chiederle: "Com'è stato che siete tornati normali?"

Ma in realtà lo so.

Erano una generazione che ha vissuto due guerre, vivevano in case di ringhiera, erano abituati a condividere con estranei persino il bagno, che noi quasi fatichiamo a spartire con i familiari. Non si sarebbero mai chiusi in casa, a morire di paura, da asintomatici.

domenica 11 ottobre 2020

Il calendario

 


Mentre stavo uscendo l'ho visto e, per forza di cose, quest'anno non l'ho guardato quasi per niente, ci sono interi mesi vuoti. E allora mi sono chiesta chissà cosa mi aspettavo quando ho comprato un calendario così ottimista e buonista.

sabato 3 ottobre 2020

Uova

 Una trasmissione televisiva ha spiegato come, tra gli effetti benefici e salutari del lockdown, ci sia stata la diminuzione degli sprechi. Pare infatti che gli italiani, dopo aver passato la vita ad imbottire i frigoriferi di derrate alimentari di cui si ricordavano solo quando erano scadute da qualche mese, con il lockdown abbiano imparato a fare la spesa.

Sarà che il mio frigorifero è sempre desolatamente vuoto, perché vederlo pieno mi dà l'ansia di dover mangiare a tutti i costi; sarà che dai corsi di cucina ho imparato soprattutto che non si può fare un investimento, ma quello che si compra va mangiato in tempi brevi; io però, che in vita mia al massimo ho buttato qualche limone, non ho mai sprecato tanto quanto nel periodo del lockdown. Di norma, dopo il lavoro, ho sempre avuto l'abitudine di fermarmi al supermercato sotto casa per comprare quello che mi serve per la cena di quella sera e, al massimo, della successiva: sono quella che compra una zucchina, una melanzana e si chiede se sia il caso di comprare un peperone o se non sia meglio ripassare domani. Durante il lockdown, invece, quando entravamo nel supermercato, cercavamo di comprare tutto quello che potesse servirci per almeno una settimana e avevo sempre paura che i ripiani del mio frigorifero cedessero sotto un peso a cui non erano abituati. Dopo pochi giorni, la frutta diventava molliccia, le verdure si afflosciavano. Non capirò mai come abbiano fatto gli altri a sprecare di meno. Soprattutto resta un mistero come si faccia a sprecare di meno quando si fa una spesa su un orizzonte temporale di più giorni, rispetto a quando la si fa giorno per giorno.

Poi ieri sera ho visto Clint Eastwood che, per l'ennesima volta, nascondeva il tagliacarte nei pantaloni, prendeva la borsa gialla piena di soldi da consegnare a un pericoloso assassino, e, mentre girava per San Francisco e un idiota gli faceva perdere tempo, rispondeva: «Ma va' a cuocere le uova!»

Allora ho capito: si inizia a preparare la strada (e le menti) per rimandarci a cuocere le uova, per tornare a impastare torte e sfornare pane.