domenica 21 febbraio 2021

L'ultimo giorno

Oggi ho letto tantissimi post di ricordi di un anno fa. A me fb non dà nessun ricordo di quel 21 febbraio 2020 perché per me era stato un venerdì come tutti gli altri, proiettato su un weekend in cui dovevo distribuire diverse cose da fare, con l'unico punto fermo di una domenica al teatro per uno spettacolo a cui tenevo molto, "La coscienza di Zeno". In questo anno ho ripensato spesso a quell'ultimo venerdì, l'ultimo giorno della normalità, come la intendevo io, come me l'ero scelta. Non mi ero stupita più di tanto alla mattina, quando mio marito mi aveva detto che c'era un caso a Codogno: sapevamo che sarebbe successo perché le notizie che lui riceveva dalla Cina non erano tranquillizzanti, nonostante i vari inviti ad abbracciare i cinesi, che però non si abbracciavano nemmeno tra di loro, e nonostante la sera prima ci fosse stata la cena delle bacchette.

È stato il giorno dopo, quando sono entrata nello spogliatoio della palestra e l'ho trovato deserto che ho capito che qualcosa si era incrinato e non si sarebbe raddrizzato facilmente. Non era il vuoto di armadietti liberati di corsa alla sera, da qualcuno che correva a una cena, a un appuntamento, oppure semplicemente a casa, per una serata tranquilla dopo una giornata frenetica. Era il vuoto innaturale di un sabato pomeriggio e quel piano si è inclinato sempre di più nel giro di poche ore, facendo precipitare tutto quello che era normale. Mi sembrava di essere la spettatrice esterna della follia di un mondo in preda al panico, di una civiltà votata all'autocancellazione. Poi pensavo che forse la pazza ero io, ma il dato reale e incontrovertibile che in molti - troppi - non vogliono vedere è che abbiamo distrutto il nostro mondo ma non abbiamo nemmeno salvato le persone. In questo anno mi sono sentita dire che ci si può incontrare anche sulle piattaforme internet e che ero legata a un mondo superato. Un mondo in cui si andava al cinema, al ristorante, si prendeva un aereo per trascorrere il weekend in una città europea e si tornava al lavoro il lunedì. Me lo sono sentita dire anche da persone che hanno scoperto i social network dopo di me, che hanno sempre usato internet meno di me. Ma io non ho mai pensato che un social network potesse sostituire un caffè dal vivo, non ho mai progettato di trasferire la mia vita su una piattaforma internet.

Se avessi pubblicato qualcosa sarebbe stata questa foto, rimasta sul telefono, scattata mentre mio marito mi accompagnava al lavoro il lunedì successivo. È la foto di una città confusa, dopo un weekend cancellato.


mercoledì 17 febbraio 2021

Giacche

 "Ho dovuto cucire un bottone della giacca," dico.

"Devi comprare le giacche come quelle della von der Leyen, con la lampo," dice.

"Ma ti rendi conto che abbiamo affidato l'acquisto dei vaccini a una che non sa neanche comprarsi una giacca??"

"Inizi già??"

OK, vado a lavorare. 🙄


mercoledì 10 febbraio 2021

Un anno fa


Tra i ricordi di fb mi appaiono queste due foto. È stata l'ultima volta in cui sono andata in centro, l'ultima in cui sono andata al cinema. Mia sorella non era venuta perché da una decina di giorni aveva una bronchite che non le passava e oggi ci chiediamo cosa fosse. Mi ero incontrata con Daniela davanti alla Rinascente, eravamo entrate a prendere un caffè al bar, prima che il film iniziasse, avevano tentato di propinarci un cappuccino alla soia, che avevamo rifiutato inorridite. Né io né lei avevamo visto il festival di Sanremo, ma quel giorno si faceva un gran parlare di Morgan e Bugo e io avevo scoperto che esiste un cantante che si chiama Bugo.

All'uscita dal cinema pioveva, la galleria era piena di gente e era normale perché era domenica e nessuno si lamentava che ci fosse troppa gente in giro. Dopo aver salutato Daniela, avevo incontrato un amico comune, mi ero girata a cercarla, ma era impossibile vederla e forse si era già allontanata, sotto la pioggia, con il suo motorino rosa.

Quando sono arrivata davanti a Marchesi ho pensato che non avevo pranzato, mi sono presa un cappuccino e una fetta di panettone, l'ultima anche quella.

Accanto a me c'era una ragazza cinese che si guardava in uno specchietto portatile. La galleria, dalla finestra, mi era sembrata bellissima e avevo scattato le foto. Adesso penso che fosse bellissima tutta quella normalità di una domenica qualunque, con gli impegni della settimana davanti e tutti i progetti di altri cinema e teatri.