sabato 13 luglio 2024

La maturità

Ogni anno in questo periodo si parla di maturità. Quest'anno con una polemica in più: i genitori che vanno ad assistere i figli con i fiori. 
Io la maturità l'ho fatta tantissimi anni fa, potrei fare tantissime vite fa. La scuola è sempre stata una cosa mia, me la sono sempre sbrigata da sola, rimediando alle (peraltro poche) insufficienze per conto mio. Il liceo mi è piaciuto, amavo le lingue, amavo la letteratura e questo resta uno dei pochi legami con la ragazza che ero, insieme ai completi co la giacca nera.
Il giorno dell'orale, quando uscii da scuola, trovai mio padre, con la macchina in bilico su un passo carraio, che mi venne incontro a chiedermi com'era andata. Non mi aspettavo di trovarlo lì, lui che non era mai venuto nemmeno a parlare con un professore. Era andata che avrei voluto parlare di Heine, invece parlai di Thomas Mann, a una commissione che avrebbe voluto sentir parlare di Goethe. 
In quel momento, all'uscita da scuola, con l'esame già fatto, stavo pensando ormai ad altro. Pensavo al pomeriggio, a un'amica che doveva venire a studiare per il suo esame, che era il giorno dopo, e alla vacanza più lunga della mia vita. 
Dopo è stato tutto veloce, gli anni sono passati in fretta, ho sempre mantenuto l'abitudine di vivere pensando a quello che viene dopo. E ogni anno, quando sento parlare della maturità, mi accorgo che la mia me la sono dimenticata. C'è solo mio padre che mi aspetta fuori, con la macchina in bilico sul passo carraio. E allora vorrei essere stata un po' più brava in tutto, nella vita. 

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