lunedì 6 luglio 2020

La zanzara nella televisione

Quand'ero bambina, la F1 era una zanzara che passava dalla televisione, nelle domeniche di sole al lago. 
La zanzara è tornata in casa mia quando sono andata a vivere con mio marito e allora, ogni tanto, con il sole che entra dalle finestre aperte, mi sembra di tornare a quelle domeniche, con mio nonno seduto fuori, che guardava la televisione, mentre noi giocavamo lì accanto. Avremmo potuto disturbarlo, ma non lo disturbavamo: gli adulti lo infastidivano velocemente, i bambini mai.
La F1 a volte mi annoia, la ascolto ma non la guardo. Con il Motogp è diverso, perché è più veloce e a volte io e mio marito ci guardiamo stupiti di aver urlato, per la gioia o per la delusione.
Con la F1 siamo più composti, per mio marito l'importante è che vinca la Ferrari, chiunque la guidi. Per me l'importante è che vinca Raikkonen, qualunque macchina guidi, dopo quella gara di tanti anni fa, che portò a termine nonostante l'auto semidistrutta. Ma se anche non vince non importa.
Ieri eravamo fuori, non mi sono nemmeno accorta della F1, fino alla sera, fino a quando ho visto le immagini e questo ragazzo, Charles Leclerc, che mi era già simpatico ma adesso lo è di più. Questo ragazzo che sorride e che non fa tante storie, contrariamente al suo compagno di squadra, e che ha scelto la posizione più semplice e logica, ma non la più scontata o la più comoda, prima di arrivare secondo in una gara in cui partiva malissimo.
In fondo ha anche lo stesso nome di mio nonno. 

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