Ci lamentiamo della città, di come è gestita e di come riusciamo (o non riusciamo) a viverla. Forse ci lamentiamo troppo, mi dicono che, se la lamentela fosse uba disciplina olimpica saremmo medaglia d'oro ma perché non dovremmo lamentarci dei bivacchi? Perché dovremmo accettare di vivere nello schifo delle bottiglie vuote trovate la mattina dopo e della gente che fa i bisogni contro gli alberi e i muri?
La verità è che se la lamentela fosse una disciplina olimpica noi non ci presenteremmo nemmeno. E qui sbagliamo, perché ci lamentiamo troppo poco, perché scriviamo un commento ma poi accettiamo la violenza di chi vive in una città e pretende di trasformarla in un paesino, con consiglieri convinti di essere animatori di un villaggio-vacanze, che postano foto del mangiafuoco.
Si parla di spazio pubblico, di soldi pubblici, ma i soldi pubblici sono quelli di chi si alza alla mattina e va a lavorare, magari facendo il meccanico o magari usando un'auto per andare e tornare dal posto di lavoro. Questi sono quelli che fanno la loro parte, non chi posta le foto del mangiafuoco.
Una città per definizione è un luogo di traffico e di auto e quando il traffico si ferma finiscono i soldi per fare qualsiasi cosa. Chi non vuole le auto e il traffico, forse ha sbagliato a vivere in città. Le persone si aggregano spontaneamente se le piazze sono sicure, se non hanno paura a uscire di casa. Riqualificare una piazza o una zona significa ben altro che pedonalizzare, che vietare i parcheggi per una domenica, ma costa fatica. Allora è molto più semplice impedire di parcheggiare e organizzare una domenica con divieti e mangiafuoco.
Nessun commento:
Posta un commento