Il tizio mi spiega velocemente e con sufficienza come funziona la macchina per pulire la strada.
"Non c'è bisogno di avere la laurea alla Bocconi," dice.
Dico, un po' seccata, che in effetti alla Bocconi non me l'hanno spiegato. E in quel momento, appena lo dico, mi ricordo che in realtà dovrei saperlo molto bene. Mi ritorna in mente infatti il sito del gruppo americano che queste macchine le costruisce e quella slide sulla storia del gruppo, sulla sua nascita, e l'acquisizione della ditta di mio nonno, all'inizio di tutto. Il mio nonno geniale che, dopo aver ereditato una fabbrica di ruote per carrozze all'avvento delle automobili, rivoluzionò tutto e creò un nuovo business.
Ma queste cose noi nipoti le abbiamo sapute solo dopo. Abbiamo passato tanto tempo con lui, ma abbiamo conosciuto il suo lato sconosciuto, quello dei giochi sfrenati, del divieto per i divieti. Quello degli aperitivi, quando non esistevano né happy hour né apericena, ma solo quei momenti prima di pranzo, al sabato o alla domenica, in uno dei suoi bar preferiti, quando finalmente potevamo mangiare patatine e salatini, che per mia madre erano veleno. Non abbiamo conosciuto il lato che invece conoscevano tutti, quello serio, altero, forse antipatico.
E adesso, quando qualcosa me lo ricorda, all'improvviso, come la conversazione con il tizio interessato alla pulizia della strada, vorrei potergli dire quanto è stato bello averlo per nonno.
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